Come si diventa “cani da salvataggio”? Requisiti e addestramento

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Siamo ormai abituati a vederli mentre cercano persone disperse tra le macerie o sepolte sotto alle valanghe, o ancora mentre recuperano bagnanti che rischiano di affogare. Sono i cosiddetti “cani soccorritori”. Ecco chi sono, cosa fanno e come vengono addestrati.

È noto come i cani siano tra i più fedeli “amici” dell’uomo, animali intelligenti, versatili, capaci di sviluppare un’empatia speciale e legami intensi con gli esseri umani. Recenti ricerche scientifiche attestano addirittura come siano in grado di provare emozioni del tutto simili alle nostre, per esempio allegria, frustrazione, rabbia e stress. Inoltre la loro dedizione nei confronti di chi li cura e gli vuole bene è così profonda che, in caso di bisogno, non esitano a mettere a rischio la propria vita per proteggerli.

È proprio grazie a queste qualità innate che alcuni cani vengono impiegati nel soccorso e salvataggio in vari contesti e ambienti naturali. Per diventare “cane soccorritore” l’animale deve rispettare alcuni requisiti, compresa l’appartenenza ad alcune razze più predisposte a questo tipo di attività, e soprattutto frequentare un corso specifico di addestramento con personale qualificato. In questo articolo vediamo in quali attività di soccorso vengono impiegati i cani soccorritori, che ruolo svolgono e in cosa consiste l’addestramento a cui vengono sottoposti.

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Un ruolo specifico per ogni cane da salvataggio

I cani da salvataggio non si affidano solo al loro naturale istinto, ma agiscono con precisione e controllo, in contesti estremi, seguendo specifici comandi. Il loro addestramento è un processo lungo e impegnativo che richiede non solo una predisposizione caratteriale dell’animale, ma anche una stretta collaborazione con il proprio conduttore. I cani da soccorso sono specializzati in diverse discipline, principalmente suddivise in 3 aree:

1. Cani da salvataggio alpino

Il cane da soccorso alpino si distingue in cane da valanghe e da superficie e viene addestrato per individuare persone sepolte sotto la neve dopo una valanga. L’addestramento si concentra principalmente sulla capacità olfattiva del cane che gli permette di rilevare odori umani sotto strati importanti di neve.

Operando in condizioni estreme, come temperature rigide e terreni instabili, questi cani svolgono un ruolo fondamentale, soprattutto durante l’inverno. Le razze più predisposte per il soccorso alpino sono il Pastore Tedesco Grigione, il Pastore Belga Malinois e il San Bernardo.

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2. Cani da salvataggio tra le macerie

I cani da macerie sono essenziali nelle operazioni di ricerca e soccorso in seguito a disastri naturali o causati dall’uomo, come terremoti, crolli o esplosioni destinati a minare la struttura di edifici.

In questo caso, l’addestramento si concentra sullo sviluppo delle capacità olfattive e cognitive dell’animale, per individuare più velocemente possibile la presenza di persone intrappolate sotto le macerie.

Grazie all’eccezionale contributo di questi cani, le operazioni di ricerca diventano molto più rapide, incrementando significativamente le possibilità di salvare molte vite. Le squadre di soccorso collaborano con compagni davvero straordinari, dotati di sensi notevolmente più acuti rispetto agli esseri umani. Un esempio? Questi cani sono in grado di percepire odori con una sensibilità fino a 100.000 volte maggiore della nostra, captare onde sonore fino a 40.000 Hertz e distinguere tra 35.000 e 40.000 vibrazioni al secondo. I cani da recupero su macerie più indicati sono il Pastore Tedesco, il Border Collie e il Maremmano.

3. Cani da salvataggio in acqua

Il cane da salvataggio in acqua è un compagno eccezionale nei soccorsi in ambiente acquatico. Addestrati per aiutare persone in situazioni di annegamento o recupero in acqua, questi cani devono rispettare dei requisiti fondamentali prima di procedere con l’addestramento.

Devono sviluppare capacità natatorie, resistenza, obbedienza e istinto di soccorso. Oltre a queste abilità, devono essere in grado di nuotare per lunghe distanze, affrontare correnti forti e agire con prontezza in situazioni di emergenza.

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Le razze adatte al soccorso in mare e le loro caratteristiche

Le razze naturalmente portate a ricoprire il ruolo di “rescue dog” in mare sono il Terranova, il Labrador Retriever, il Flat-Coated Retriever, e ancora il Golden Retriever, il Cane d’acqua portoghese e il Landseer. Come riporta la Rivista Natura, il cane deve rispettare alcuni requisiti fondamentali per poter diventare adatto al salvataggio, tra cui:

  • Deve pesare almeno 20 kg;
  • Avere una pelliccia spessa e una buona resistenza;
  • Abilità natatoria;
  • Indole docile e obbediente.

Se rispetta questi requisiti dai cinque mesi in poi può iniziare l’addestramento dell’animale.

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Una simbiosi perfetta tra animale e conduttore

La durata media dell’intero percorso addestrativo del cane da soccorso è di circa un anno e può essere frequentato presso una delle sedi della Scuola Italiana Cinofila Sportiva. Molto dipende anche dalle capacità del conduttore, del cane e dal loro impegno. Il corso per Unità Cinofila da Salvataggio SICS prevede un percorso addestrativo molto completo, che va dall’educazione a terra fino alle tecniche di salvataggio più avanzate. È suddiviso in due parti principali:

  • Addestramento a terra. Comprende la condotta anche senza guinzaglio, l’educazione, la socializzazione con altri cani, il controllo del cane anche in ambienti carichi di distrazioni, il gioco e la palestra “agility”. Quest’ultima consiste in un percorso a ostacoli della lunghezza tra i 100 e i 200 metri circa.
  • Addestramento in acqua. Insegnamento di tutte le tecniche di intervento in acqua previste per l’ottenimento del brevetto di salvataggio SICS, valido su tutto il territorio nazionale. Nell’addestramento in acqua cane e conduttore mettono a frutto la strettissima relazione costruita nella prima fase dell’addestramento per lavorare in acqua in assoluta sintonia e sicurezza, apprendendo tecniche che vanno dal semplice nuoto con il cane, all’invio sulla richiesta di aiuto, al trasporto a riva di più persone contemporaneamente, all’intervento su lunga distanza, fino alle tecniche di salvataggio sui mezzi di soccorso della Guardia Costiera.

Attualmente la Sics conta circa 300 unità cinofile composte da volontari con il proprio cane che dopo il raggiungimento di un brevetto operativo simbolico, in quanto non ancora riconosciuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, svolgono un servizio ausiliario di salvataggio sulle spiagge di tutta Italia.

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Conclusioni

Insomma, quello del cane soccorritore è un lavoro a tutti gli effetti, impostato sulle naturali attitudini dell’animale che vengono in qualche modo sollecitate e indirizzate durante un addestramento specifico per il bene della collettività. C’è chi li chiama cani “eroi”, probabilmente una forzatura retorica. Ma è bello pensarlo. In realtà i “cani da salvataggio” sono solo animali straordinari.

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